Di seguito viene riportato il testo del discorso di presentazione della frazione pronunciato di fronte al vescovo di Cuneo, Monsignor Giuseppe Cavallotto
Reverendissimo Monsignor Vescovo,
innanzitutto buonasera e grazie per essere venuto nella Cappella di San Mauro a celebrare la Santa Messa. Solo pochi di noi ricordano la precedente visita pastorale dell’allora vescovo Carlo Aliprandi e quindi è davvero un’occasione di festa averla qui con noi oggi. Mi è stato affidato il compito di presentarle la nostra piccola frazione ed è un incarico che svolgo con grande piacere perché vivo qui a San Mauro da 50 anni e perché si tratta di presentarle degli amici che conosco da una vita.
San Mauro è una frazione di 400 persone e conta circa 100 famiglie. La cappella in cui ci troviamo è stata costruita nei primi anni del 1700 e più volte è stata ristrutturata e ampliata. È intitolata a San Mauro, monaco benedettino vissuto nel sesto secolo, e a San Donato, vescovo di Arezzo e protettore dagli attacchi epilettici e dalle malattie.
A testimoniare la profonda fede che ha sempre animato i frazionisti sono anche i tre piloni votivi che si trovano ai confini del nostro territorio:
– il pilone Rosso, tra san Mauro e Peveragno, che raffigura i santi protettori di Boves, Peveragno, San Mauro e Rivoira;
– il pilone Bianco, tra san Mauro e Boves, che raffigura San Mauro, San Donato e San Bartolomeo,
– il Pilone di Tetti Gorge, eretto in prossimità di un piccolo ponte pedonabile sul torrente Colla, che raffigura l’Ascensione di Maria al cielo.
Questi piloni in passato rappresentavano una sosta e un punto di raccolta per i contadini, che in passato rappresentavano la stragrande maggioranza dei nostri frazionisti. Oggi sono ancora punti vivi di incontro e di preghiera grazie all’iniziativa di don Giò e don Bruno, che nel mese di maggio organizzano nei pressi dei vari piloni una serie di incontri nel quale viene recitato il rosario alla Madonna.
La mia generazione e quelle precedenti hanno potuto frequentare la scuola elementare proprio qui vicino alla Chiesa e partecipare al catechismo gestito dall’allora cappellano don Antonio Pellissero, che per più di trent’anni è vissuto nella canonica qui a fianco e ha celebrato la Santa Messa. L’estate prossima, in occasione della festa patronale di San Donato, la seconda domenica di agosto, organizzeremo una mostra in onore e in ricordo di Don Pellissero, che senza dubbio è stato una guida e un punto di riferimento per tutti noi frazionisti. Verrà inoltre inaugurata una strada col suo nome in una delle zone residenziali di San Mauro, dove verranno ad abitare una decina di nuove famiglie. Don Pellissero è stato l’ultimo cappellano ad avere stabilmente vissuto nella canonica di San Mauro, dove oggi ospitiamo la Comunità di Papa Giovanni XXIII.
Dopo la sua morte la nostra cappella è stata servita sia dai parroci che via via si sono susseguiti a Rivoira, come don Bruno Meinero, Don Vincenzo Garro e adesso Don Giò, sia dai parroci di Boves, don Gianni Riberi e Don Bruno Mondino. In modo particolare la domenica e durante le feste la Santa Messa viene celebrata dal parroco di Rivoira, mentre in settimana viene sempre don Benvenuto Fantino di Chiesa Vecchia.
Forse le sembrerà strano, ma San Mauro è una frazione che ha anche contribuito, attraverso le vocazioni, a far conoscere il Vangelo nel mondo. Mi riferisco all’esperienza di padre Antonio Dutto, missionario comboniano scomparso nel 2003, che per oltre 40 anni ha vissuto e operato in Uganda. Padre Antonio è nato e vissuto a pochi passi da questa chiesa fino a quando il Signore l’ha chiamato a testimoniare il messaggio di Gesù tra i fratelli della lontana Africa. A lui è stata intitolata nel 2011 la piazzetta davanti alla nostra Chiesa e in occasione dell’inaugurazione era stata invitata una delegazione di Missionari Comboniani che avevano concelebrato la Santa Messa e trascorso l’intera giornata nella nostra frazione, condividendo con noi le loro esperienze di fede e di vita in Africa e SudAmerica.
Ma Padre Antonio Dutto non è il solo testimone diretto della fede che è nato in questo luogo. Anche l’attuale parroco di Bernezzo, don Michele Dutto, è originario di San Mauro e qui continua ad abitare la sua famiglia. Nella grande famiglia delle suore Clarisse, poi, vivono ancora due suore originarie di San Mauro: suor Anna Maria e suor Gesuina, cui andrebbe aggiunta suor Stefania, altra suora Clarissa scomparsa pochi anni fa.
Questa è a grandi linee la presentazione della nostra frazione, ma vorrei ancora brevemente raccontarle una delle esperienze più significative che come comunità stiamo vivendo. Non lo nascondiamo: a San Mauro ci piace fare festa, ma è proprio intorno all’organizzazione delle feste patronali che ci siamo cementificati. Una ventina di anni fa è nato il Comitato di San Mauro, tutt’ora attivo e in continuo fermento.
Il Comitato mi piace pensarlo come un gruppo di amici uniti per fare qualcosa di bello, qualcosa che coinvolge gli altri, che crea occasione di divertimento, ma anche di crescita per tutta la frazione. Il comitato siamo noi, siamo tutti quelli che credono che lo stare insieme ci permetta di raggiungere obiettivi che da soli non potremmo neanche immaginare, come dare da mangiare a più di 1000 persone in 4 o 5 giorni durante la Festa patronale di San Donato. Il comitato è come un coro. Non tutti abbiamo lo stesso timbro di voce, ma le voci di tutti sono preziose per comporre la melodia finale. Il comitato mi piace pensarlo come un apri pista che prepara una strada, ma che potrebbe fare ben poco se non avesse poi la collaborazione e il sostegno di tutta una frazione che partecipa alle iniziative, come quando organizziamo una mostra fotografica e tutti aprono gli album di famiglia per condividere con gli altri gli scatti più belli e più preziosi, o come quando proponiamo un pranzo tutti assieme e in un attimo siamo 100 o più.
E mi piace sottolinearlo di nuovo: il Comitato è nato e sopravvive perché a San Mauro esiste una comunità viva, che trova la sua forza e il suo centro nell’unico momento di incontro collettivo, la Santa Messa della domenica.
Ecco, con queste parole spero di essere riuscito a farle capire che cos’è San Mauro, una frazione che cresce, che cammina e che ha il suo centro proprio in questa cappella.
Grazie e, ancora una volta, benvenuto.